domenica 1 marzo 2015

Tecnica 4 - La Profondità Di Campo

Nella puntata precedente ci eravamo lasciati con un interrogativo:

Dopo aver spiegato il binomio tempo/diaframma abbiamo capito che è possibile ottenere due scatti correttamente esposti (sempre a parità di ISO) aumentando il tempo di esposizione e chiudendo il diaframma o aprendo il diaframma e diminuendo il tempo di esposizione.

Questa gestione dell'esposizione ci consente di andare a modificare un importante elemento compositivo: la profondità di campo.

La profondità di campo è un area, parallela al piano del sensore/pellicola dove tutto risulta a fuoco.
Verificatelo sui vostri scatti: se il piano di messa a fuoco è diciamo a metà immagina ci sarà un primissimo piano sfocato che progredirà diventando sempre più a fuoco, raggiunto il piano di messa a fuoco perfetta vedrete che ritornerà ad essere leggermente sfocato fino a tornare completamente sfocato.
Un esempio classico di questa situazione sono le fotografie dove più persone sono sfalsate tra loro.

La PDC (abbreviazione utilizzata nei forum di fotografia) è influenzata da alcuni fattori, primo tra tutti dall'apertura del diaframma: all'aumentare dell'apertura infatti essa si riduce, viceversa chiudendo il diaframma si estende.

Un'altra cosa importante che influenza la PDC è la dimensione del sensore: sensori più grandi hanno una profondità di campo minore (per cui una compattina avrà una profondità di campo molto ampia rispetto ad una reflex full frame).


L'applicazione pratica di questo potente mezzo espressivo è quella di isolare o meno un soggetto rispetto al resto del contesto, in pratica potete avere un primo piano perfettamente a fuoco ed uno sfondo sfocato.
Il cervello è allenato a concentrare l'attenzione sulle aree a fuoco per cui guiderete l'attenzione dell'osservatore esattamente dove volete voi.

L'antitesi di questa tecnica (il tutto a fuoco) è usata invece nella fotografia di paesaggio, dove il soggetto è tutta la porzione inquadrata e dove si predilige una configurazione dell'accoppiata tempo/diaframma con il diaframma molto chiuso.

Se state utilizzando una reflex potrete "giocare" con le impostazioni per comprendere a fondo l'argomento. Molte macchine fotografiche compatte e reflex entry level vi offrono la possibilità di selezionare una modalità di scena "panorama", questo non fa altro che assecondare la logica tempo/diaframma prediligendo un diaframma chiuso e tempi lunghi (trovate un appoggio per la macchina fotografica o utilizzate un treppide).

Attenzione che per una legge fisica (che non approfondirò in questa sede) più vicino vi trovate al soggetto che state inquadrando, minore sarà la profondità di campo rispetto ad un soggetto distante, per cui tenetene conto se state scattando una fotografia ad un oggetto ad una trentina di centimetri dal vostro obiettivo (caso normale nella fotografia close up o macro): per avere tutto il soggetto a fuoco dovrete chiudere molto il diaframma.

1/320 sec. f/2,8 ISO 250
1/160 sec. f/10 ISO 2000
Negli scatti sopra potete vedere come chiudendo il diaframma sia possibile andare a leggere la scritta "Bamboo" nel punto più distante da quello di messa a fuoco. Essendo uno scatto a mano libera ho dovuto aumentare gli ISO da 250 a 2000 per poter tenere un tempo di scatto breve e scongiurare quindi il pericolo di mosso (ne parleremo con il 3° punto del triangolo dell'esposizione).

Gli appassionati di fotografia macro sanno che il loro soggetto (ad esempio una farfalla), se ripreso con un diaframma non sufficentemente chiuso, potrebbe avere la testa a fuoco e le ali sfocate. Addirittura potrebbe rivelarsi necessario fare più scatti spostando leggermente la messa a fuoco per poterli "sommare" in post produzione (tecnica del focus stacking).

Se state fotografando il solito paesaggio e non avete elementi interessanti in primo piano invece potrete tenere il diaframma più aperto (ad es. un'apertura f/8 sarà sufficiente ad avere tutto a fuoco).
1/25 sec. f/11 ISO 100

mercoledì 11 febbraio 2015

Tecnica 3 - L'esposizione ed il Diaframma

Tecnica 3 - L'esposizione ed il Diaframma


Riprendiamo il nostro approfondimento sul triangolo dell'esposizione parlando di diaframma.

Il diaframma è un meccanismo composto da lamelle (negli obiettivi commerciali in numero da 7 a 9 circa) poste a ventaglio che si apre e chiude a step di intervalli ben precisi e delimitati (i famosi f/ ad esempio f/1.4, f/2.8, f/4, f/5.6, f/8, f/11, f/16, eccetera), così facendo consente di limitare il passaggio della luce.



Ne consegue che per far raggiungere la stessa quantità di luce in due scatti è necessario bilanciare l'apertura del diaframma con il tempo di esposizione.

L'esempio più classico è quello del rubinetto e della bacinella:


Se devo riempire la bacinella (il sensore) con un litro d'acqua impiegherò ad esempio 10 secondi (tempo di esposizione) con il rubinetto completamente aperto (diaframma), 20 con il rubinetto aperto a metà e 40 con il rubinetto aperto "al minimo".

Tradotto in ambito fotografico se per esporre correttamente la scena il mio tempo di scatto è 1/125 di secondo con diaframma f/8, aprendo quest'ultimo a f/4 (1 stop di luce in più) dovrò dimezzare il tempo di posa (quindi 1 stop in meno) portandolo a 1/250. Se utilizzate una macchina fotografica che offre la possibilità di intervenire manualmente sull'esposizione potete provare anche voi in modo da consolidare il concetto.

La domanda che può sorgere a questo punto della spiegazione è la seguente:

Perché mi devo porre il problema? Se scatto a 1/125 - f/8 o 1/250 f/4 e la quantità di luce che raggiunge il mio sensore è sempre corretta perché mi devo preoccupare di effettuare una scelta?

Perché l'apertura del diaframma non impatta solo sulla quantità di luce che può passare ma anche sulla profondità di campo.

Ne parleremo alla prossima puntata.

giovedì 15 gennaio 2015

Tecnica 2 - L'esposizione ed il Tempo

Tecnica 2 - L'esposizione ed il Tempo


Nella puntata precedente abbiamo capito quali sono i diversi tipi di macchina fotografica e come distinguerli tra loro.

Passiamo ad argomenti meno geek e più collegati alla tecnica fotografica: L'esposizione

L'esposizione non è altro che la quantità di luce che le impostazione della fotocamera lasciano entrare dall'obiettivo e che colpiscono il sensore o la pellicola.

L'esposizione è data da 3 fattori:

1) Tempo di esposizione

2) Diaframma utilizzato (f)

3) Sensibilità ISO


Tant'è che spesso si fa riferimento al "Triangolo dell'esposizione".

Per seguire quanto spiegato di seguito va fatta un'altra introduzione tecnica:
La macchina fotografica è (come dicevamo nel post precedente) una scatola che, a "riposo", risulta impenetrabile alla luce. Questo è vero fino al momento in cui si scatta una fotografia; in quel momento un sistema composto da 2 tendine oscuranti (che bloccano la luce in entrata dall'obiettivo) si apre e permette il passaggio della luce stessa.

A volte un immagine vale mille parole, eccovi un esempio.



Scatto con tempo lento

Scatto con tempo rapido






Ora possiamo spiegare il primo punto: il tempo.

La velocità di otturazione è l'intervallo misurato in secondi o frazioni di secondo in cui le tendine della macchina fotografica rimangono aperte.
È un valore fondamentale che determina per quanto tempo faremo entrare la luce dall'esterno. Questo valore impatterà fondamentalmente sulla luminosità dello scatto
Banalmente: un tempo rapido farà entrare meno luce di un tempo più lungo, per cui a parità di apertura di diaframma e sensibilità ISO avremo due immagini, la prima più luminosa dell'altra.


1/25 f/11 ISO 100

1/125 f/11 ISO 100


Entrambe le foto sono state scattate a pochi minuti di distanza, si tratta di immagini esportate direttamente dalla macchina fotografica e non ritoccate (notate che sono scialbe, poco luminose e "vibranti") solo per rendere visibile la differenza nello scattare a parità di condizioni luminose a 1/125 che equivale a 0,008 secondi ed a 1/25 alias 0,04 secondi.


Già qua potrebbe venirvi il primo dubbio:
"Se è sufficiente aumentare il tempo di esposizione perchè preoccuparsi di altri parametri complicati?"
Perchè un'altra conseguenza è che un tempo di scatto più lungo introduce il fatidico "mosso", si tratta di una sfocatura dell'immagine causata dal movimento (vostro causato da mani tremolanti, del soggetto o di entrambi).

1/200 f/3,5 ISO 800

1/4 f/3,5 ISO 800

Bella differenza vero? In questi due esempi le condizioni di luminosità erano cambiate sensibilmente ma ho mantenuto diaframma e sensibilità ISO per distinguere bene cosa significhi Congelare il movimento e cercare il mosso. Il secondo caso è ovviamente estremo.

In conclusione possiamo definire la seguente regola:
In scatti dove vogliamo evitare il mosso dobbiamo sempre cercare di usare il tempo più rapido possibile facendo sì che la quantità di luce sia sufficiente ad ottenere una fotografia luminosa.


Al prossimo post.

venerdì 9 gennaio 2015

Tecnica 1: La fotocamera

Fughiamo ogni dubbio: non è la macchina fotografica che fa la foto, è chi ci sta dietro.
Certo, una fotocamera professionale ha una serie di caratteristiche che possono aiutare molto, soprattutto in ambito.. professionale appunto.
Ma se stiamo affrontando per la prima volta l'affascinante mondo della fotografia o siamo degli amatori possiamo tranquillamente partire nella scelta dell'attrezzatura dalla parte bassa dei vari listini prezzo.

Immaginate un chitarrista famoso come Santana, Clapton o Slash: date in mano ad uno di questi mostri sacri una chitarra fatta con il legno di un battiscopa e potete stare tranquilli che riuscirà a tirarne fuori il suo suono caratteristico.
Date una chitarra da 15,000€ ad un qualunque scalzacane e state pur sicuri che continuerà a fare pena.

Per la fotografia grosso modo è la stessa cosa.
E' sempre il fotografo che fa la differenza sostanziale, che ha l'idea o il colpo d'occhio.
Sono il primo a dire che certe idee possono essere realizzate utilizzando specifiche attrezzature, pensate alle immagini pubblicitarie di prodotti (still life) o alla fotografia naturalistica.. ma ho potuto conoscere fotografi "geniali" che riuscivano a trovare una soluzione alternativa sfruttando gli strumenti a loro disposizione.

Parlando di categorie di fotografia meno specifiche come il fotogiornalismo pensate che molti degli scatti che hanno fatto storia (per citare uno degli artisti più famosi: Henri Cartier-Bresson) sono stati catturati con una 35mm con mirino galileano. Figuriamoci se una macchinetta (decente) moderna può non reggere il confronto.

Riducendo all'osso la spiegazione tecnica dovete immaginare la macchina fotografica come una scatola impermeabile alla luce con un foro coperto. Quando si scopre il foro la luce che si riflette sulla scena entra nel foro e viene proiettata sul fondo della scatola. Applicando sul fondo un materiale fotosensibile lo strumento consente di "salvare", imprimendola, tale inquadratura su pellicola (ad esempio le vecchie 35mm) o su supporto digitale (la normalità al giorno d'oggi).

Dalle prime scatole l'evoluzione tecnica è stata pazzesca, tanto che ad oggi l'offerta di fotocamere è enorme, molte case di elettronica hanno a listino decine di macchine fotografiche e questo non aiuta chi si approccia alla fotografia; vediamo quindi di fare chiarezza sulle varie tipologie di fotocamere che vanno per la maggiore sul mercato:


1) Compatte

Sono chiamate "Punta e clicca", si tratta della soluzione più economica esistente (senza considerare gli smartphone, ne parleremo in un altro post specifico), hanno prezzi che partono da circa 60€, come dice il nome stesso sono piccole e trovano posto in una tasca senza troppa difficoltà, sono semplici da usare in quanto è sufficiente accenderle, inquadrare la scena usando il display posteriore e premere il pulsante di scatto. Ci penseranno gli automatismi a gestire la messa a fuoco, l'esposizione ed altre impostazioni di cui parleremo più avanti.


PRO
Velocità di utilizzo
Semplici
Economiche
"Compatte" quindi tendenzialmente tascabili

CONTRO
Bassa qualità di immagine
In condizioni di luce scarsa le immagini sono prone ad artefatti o rumore
Difficoltà di gestione della profondità di campo
Obiettivo fisso (non intercambiabile)
Modalità manuale complicata e macchinosa o assente
Tendenzialmente limitate al formato JPEG

2) Bridge


Caratteristiche più avanzate su un corpo più spesso di una compatta danno il nome alle "Bridge" che si pongono come ponte tra le fotocamere base e quelle più avanzate.
Tendenzialmente simili alla prima categoria per qualità dei materiali ed elettronica, si distinguono per l'obiettivo non intercambiabile ma di tipo zoom (ora c'è la corsa al superzoom: commercialmente si vende il concetto che "più zoom è meglio" un po' come la gara dei Megapixel che è sempre attuale!) che consente di avvicinare o allontanare il soggetto inquadrato agendo su una levetta.
Altra caratteristica è quella di integrare delle modalità di utilizzo che consentono un controllo maggiore sugli automatismi.
Il prezzo sale a circa 100/150€ per i modelli base.

PRO
Come le compatte, in aggiunta c'è la ovviamente la possibilità di zoomare
Hanno qualche pulsante funzione disponibile, di conseguenza si deve utilizzare meno il menù per modificare i parametri di scatto

CONTRO
Stessi contro delle compatte, in più la dimensione dell'obiettivo zoom impedisce di metterle agevolmente in tasca
L'immagine risulterà visibilmente distorta, soprattutto se ripresa in posizione di massimo e minimo zoom (lunghezza focale)
Tendenzialmente limitate al formato JPEG

3) Mirrorless

Si comincia a fare sul serio: le mirrorless sono fotocamere con obiettivo intercambiabile, ciò significa maggiore flessibilità nella scelta degli stessi e possibilità di acquistare nel tempo ottiche di qualità (quindi di farsi un corredo senza dover associare ad ogni lente un corpo macchina), Inoltre l'accorgimento tecnico di rimozione dello specchio interno (mirrorless=senza specchio, che fantasia) consente di risparmiare in termini di dimensioni e peso rispetto alle rivali reflex (vedi sotto).
Vengono chiamate anche EVIL (da Electronic Viewfinder Interchangeable Lenses) in quanto il mirino non è ottico ma elettronico, in pratica è un minischermo che mostra quello che "vede" il sensore.
Negli anni la qualità è cresciuta moltissimo ed ora molti professionisti scelgono di affiancare ai noti macchinoni (reflex) delle mirrorless di alta qualità, che in alcuni casi possono montare obiettivi professionali avvantaggiandosi della leggerezza del corpo macchina.
I prezzi sono molto varibili, possono partire da circa 300€.

PRO
Leggere e portabili
Ottima qualità di immagine, specie se combinate con buone lenti
Ergonomia adeguata: più pulsanti funzione per gestire l'esposizione senza dover entrare nei vari menù
Più inclini ad avere caratteristiche di connettività avanzata, ad esempio con controllo la possibilità di controllarle da smartphone
Ricambio generazionale rapido
Formato file (RAW)

CONTRO
Prezzi non proprio "popolari"
Mediamente ci sono poche ottiche disponibili
Autofocus più lento di una reflex
Mancanza del mirino ottico
Svalutazione dell'usato

4) Reflex

Indubbiamente il massimo per chi cerca una qualità di immagine senza compromessi ed un controllo dello strumento totale, similarmente alle mirrorless sono fotocamere ad obiettivi intercambiabili e il mercato delle ottiche propone una vasta scelta sia tra il nuovo che tra l'usato. Come per le altre categorie ci sono prodotti di diverse fasce (entry-level, enthusiat, pro) e le ultime uscite delle case principali stanno limando il divario tra una categoria e l'altra.
Sono tendenzialmente veloci sia nell'operatività che nelle prestazioni tecniche. Hanno un sistema di messa a fuoco avanzato, sono meno delicate di altre fotocamere e, cosa più importante, hanno un mirino ottico che consente al fotografo di vedere esattamente quello che sta inquadrando, senza errori di parallasse o display di mezzo che comunque aggiungono una sorta di "interpretazione" della scena.
Sono ancora la prima scelta di un professionista, che nella parte alta del listino trova strumenti con sensori di grande dimensione (pari alla dimensione della pellicola 35mm) con conseguente incremento della qualità e della sensibilità alla luce (che si traduce in immagini migliori anche scattando in condizioni di luce scarsa).


PRO
Sensore di grande dimensione
Velocità operativa
Qualità di immagine
Ergonomia
Formato file (RAW)
Numero e qualità degli obiettivi disponibili

CONTRO
Peso
Costo corpo macchina e obiettivi
Ingombro

lunedì 5 gennaio 2015

A journey into photography

Erbezzo (VR) Italy -  31/12/2014 - 0,5 sec. - f/11 - ISO 100 - 24-70


Hi to everyone,

With this blog my intention is to share in a simple and understandable language a great passion: photography.


The desire to capture the world in all its forms: the landscapes, people, nature in general, what we have clearly before our eyes, or what is not visible except through specific tools.

Photography is a visual art and as such has two fundamental aspects: the technical and the artistic.

Using a proper technique allows to achieve the result and adequate post-production (in jargon PP) allows to enhance the shot.
Mastering the technique is challenging but be sure that, with proper dedication, everyone can shot pictures technically correct.

The artistic component is unlimited, constrained only by our creativity. In this, the technique is required in order to realize an idea.

Taking a similarity with writing technique can be grammar, punctuation or simply the general ability to write. But knowing how to write is of little use if you do not know what to write.
Therefore the most important thing is to freeze the moment, to catch a glance, a gesture, the entire situation, in other words emotions.

Step by step we will examine the tools we need to achieve what we set (an idea) or to react quickly to what we see (the moment)

Vittorio,

Un viaggio nella fotografia

Erbezzo (VR) 31/12/2014 - 0,5 sec. - f/11 - ISO 100 - con obiettivo 24-70


Ciao a tutti,

Con questo blog la mia intenzione è quella di condividere con un linguaggio semplice e comprensibile una passione: la fotografia.


Il desiderio di catturare il mondo in tutte le sue forme: i paesaggi, le persone, la natura in generale, quello che palesemente abbiamo davanti i nostri occhi o quello che non risulta visibile se non tramite strumenti specifici.

La fotografia è un'arte visiva e come tale è composta da due aspetti fondamentali: la parte tecnica e quella artistica.

Usare una tecnica corretta consente di raggiungere il risultato e un'adeguata post-produzione (in gergo PP) permette di valorizzare lo scatto.
Padroneggiare la tecnica è impegnativo ma con adeguata dedizione tutti possono scattare immagini tecnicamente corrette.

La componente artistica è illimitata, vincolata solo dal nostro estro. In quest'ottica la tecnica è necessaria per riuscire a realizzare un'idea.

Facendo una similitudine con la scrittura la tecnica può essere la grammatica, la punteggiatura, più semplicemente la capacità di scrivere. Ma saper scrivere è scarsamente utile se non si sa cosa scrivere.
Ne consegue che la cosa più importante è fermare il momento, lo sguardo, il gesto, la situazione, in altre parole l'emozione.

Vedremo passo passo gli strumenti di cui abbiamo bisogno per ottenere quello che ci siamo prefissi (un'idea) o saper reagire velocemente a ciò che vediamo (il momento).

Vittorio,